DICHIARAZIONE DI VOTO – numero 1

[Premessa: ci sembra onesto esprimere pubblicamente le nostre scelte di voto, non in quanto ci sentiamo “medium” o “fonte d’informazione” in senso ampio, ma in un’ottica di dialogo e discussione. Tra di noi, prima di tutto (perchè ci sono delle differenze), e con l’esterno in seconda battuta. Per chiarezza, verso chi legge e chi ascolta la trasmissione. Che nasce e muore senza tessere di alcun tipo, ma vive attraverso scelte di parte.]


Io voterò Partito Comunista dei Lavoratori, alla Camera, al Senato e anche per le Amministrative.
Non credo nel voto utile inteso come voto in funzione della legge elettorale vigente, né come voto contro l’avversario (o voto del “meno peggio”). Voto utile è quello espresso a favore di chi davvero ci rappresenti, in una democrazia consapevole e matura. Sono arrivato alla scelta attraverso tre passaggi logici: 

1) non credo alla Sinistra L’Arcobaleno come erede della tradizione del Partito Comunista Italiano.
Non ci credo per la presenza dei Verdi, non ci credo per la sciagurata decisione di abbandonare la falce e il martello (come se in Italia non si dovesse essere più che orgogliosi di ciò che hanno rappresentato dal 1945 ad oggi). Ho sempre votato per il Partito della Rifondazione Comunista, ed ora lo scopro carnefice di sé stesso, capace di una sterzata improvvisa e drastica. A ciò si sommi una prima vicenda che ho vissuto come “quasi tradimento”: l’appoggio istituzionale al Governo Prodi, con tentativo di presa di distanza pubblica attraverso dichiarazioni pubbliche infarcite di “se” e di “ma” e di manifestazioni di dissenso quali quelle della Val di Susa e di Vicenza (con le comunità utilizzate a fasi alterne, prima amici poi sconosciuti, poi di nuovo amici…), o addirittura il NO BUSH DAY (in cui ci si è ben guardati dallo sfilare al fianco dei movimenti).
Sono stufo dell’utilitarismo politico: si chiama ipocrisia.
 

2) questo Paese ha una enorme necessità di scelte drastiche non di palliativi o soluzioni temporanee.
Il PD assume il liberismo come totem e si impegna a mitigarne alcune conseguenze, la Sinistra Arcobaleno lo contesta attraverso proposte più legate ad apprezzabili ragionamenti economici, e lo stesso però poco incisive perchè non sufficientemente chiare in particolare per quel che riguarda la copertura finanziaria.
Si può sempre sbagliare, ma per sbagliare occorre prima individuare i nemici, il male da estirpare (che si intende estirpare).
Una domanda su tutte: perchè la Sinistra Arcobaleno non si è fatta vedere al recente NO VAT DAY?
 

3) il quadro politico “locale”, che da sempre influenza/spiega quello nazionale (soprattutto riguardo le contraddizioni e i possibili futuri contrasti).
Alle amministrative, nel Lazio, la SA si è coalizzata con il PD. Di nuovo l’utilitarismo politico. Di nuovo scelte che non capisco, funzionali all’occupazione di cariche, ma che portano grandissima confusione. Il PD allora non è “rivale”. E la candidatura di rappresentanti dei movimenti perderà tutta la sua potenziale forza di rinnovamento. 


Luigi

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