la prima puntata…

di seguito le istruzioni per ascoltare il podcast della prima puntata di OSCUROSCRUTARE, andata in onda ieri sera dalle 21.30 su Fusoradio.

1) andare sul sito www.fusoradio.net
2) sulla colonna sinistra, nel menù "LA RADIO", premere su PODCAST
3) data inizio trasmissione: 8/11/2007; WJ: TenderBranson
4) premere ASCOLTA
5) si aprirà una finestra (pop-up), il caricamento è molto rapido, tasto PLAY e buon divertimento (ma ci sarà poi da divertirsi?)

sono più che graditi commenti, critiche, segnalazioni…
nei prossimi giorni pubblicheremo articoli attinenti al tema della trasmissione.

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La Caduta dell’Impero ROMANO

ovvero
di come tutti si sottovalutò un problema.

protagonisti:

l’Imperatore che per anni aveva pensato di contenere le pressioni sui confini tramite democratiche concessioni di cittadinanza;

i due Principi:
l’uno, Occidentale, che diverrà Padrone Designato di un Potere che vuole guardare al Popolo e si ritrova invece Populista, che vuole un Programma Dirompente e si ritrova da solo con Promesse Destabilizzanti, che vuole conquiste e si ritrova Piccolo Dittatore: PD PD PD PD;
l’altro, Orientale, che presto sarà travolto da un’orda ormai sbizzarrita e fuori controllo, rimanendo ingessato nella sua R moscia perchè incapace di RecepiRe in tempo il pRemonitoRe Vaffanculo;

i Visigoti che stufi delle gabelle saltano fuori come Grilli, irrompono nei centri del Potere e fanno il loro vil bottino, ritirandosi satolli a soffrire le pene di futura fame, resa Nerissima dal ricordo del banchetto;

gli Ostrogoti, più lungimiranti dei primi invasori, che attendono si esaurisca la spinta di quelli e recitando il Ruolo più pregiato di Figli Illuminati (FI) marciano su Roma e si godono il proscenio;

e infine il Popolo, che prima acclamante conferma il Re, e in fila si reca a firmare la Democratica ritirata, quindi si fa conquistare dal primo pane, finchè rapito da promesse Libertarie non richiuderà il cerchio su sé stesso.


Perchè ai barbari basterà promettere quel che l’Imperatore ha mancato
e mentre il Popolo sazio presto si addormenterà a pancia all’aria
il vecchio Principe Occidentale resterà democratico col suo Partito Preso
la memoria come Mar Morto si chiuderà sui sogni di ieri, ché un Vaffanculo è fuga, ma senza Mosé non c’è Terra Promessa, solo Populistica scommessa. Nata persa.

LA LIBERTA’ NON E’ STAR SOPRA UN ALBERO…
LIBERTA’ E’ PARTECIPAZIONE
.
 
 

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OSCURO LESSICO __POPULISMO

POPULISMO s.m. 

Il populismo è democrazia non organizzata, è la democrazia
alla deriva di purezza, al suo eccesso teorico, alla sua pratica meno razionale,
che, il caso vuole, oggi sia la parola d’ordine per indicare ogni personalità la
quale, sul piano politico, riesce effettivamente a crearsi un seguito tra i
cittadini (non accaso i soggetti hanno questo nome: sono coloro che votano su
base “regionale” ) dei paesi occidentali a maturato livello di
americanizzazione sociale, economica e politica.
E’ un iter naturale e benigno quello che si sta seguendo? Siamo davanti ad uno step necessario e progressivo, ad
una  dolorosa, agognata “vittoria della
democrazia” (espressione che piace sia ai vincenti quanto ai perdenti della lutte politique)? O invece si tratta,
usando un espressione romana efficace ma in disuso, di un “foco de paja”?
Di fronte al populismo e alla democrazia, presi come termini dialettici e fuor
di prassi, dovremmo essere sul piano di un felice connubio: ma aimè,
spostandosi nella pratica, le contraddizioni e le ferite vengono a galla
numerose. Quelle che dovrebbero essere investiture popolari, quindi di massa,
di una massa consensiente e capace di giudicare anche bendata, una massa così
cara ad ogni uomo politico del novecento (in ambiti totalitari o meno), che si
vuole e crede ad oggi savia, consapevole, ormai con una coscienza, diventano
riduzioni all’uno, culti della persona (più che della personalità), una stretta
al monos, che tanto daccordo col demos non va. Quando un popolo è pronto
per decidere, si chiederebbe un liberale di una volta? E i liberali di oggi,
cosa si chiedono? Bisognerebbe domandare ad Eugenio Scalfari, quali sono i
giorni della settimana in cui crede che un popolo è pronto a decidere da solo
(di sabato? I giorni dispari? O 2 volte al mese?).  Se i quadri direzionali dei partiti liberali
e marxisti, nonchè democristiani e socialisti, chi più chi meno, non hanno mai
creduto nella totale libertà del popolo italiano e del mondo in genere, oggi
campano di rendita (i sani costi della politica..), coloro che oggi, parvenus, riescono a portare con se il
popolo (due nomi: Veltroni e Berlusconi, infausta rima!) sono l’antipolitica.
Ed ecco l’altra parola chiave.
La dilagante antipolitica, la nemica della politica, del cittadino, del bene
comune. Ma non può esistere il negativo senza il positivo che lo significa:
quindi dipende dalla politica il peso e l’eccesso del suo antagonista. E qui avviene il miracolo: colui che uccide incolpa la
vittima di essere morta e la giuria lo assolve, nel tripudio del popolo astante
che aspetta di riempire le piazze, per un nuovo plebiscito. Grillo è figlio di
Silvio, e non lo sa. La rete, reale possibilità di diffrazione, mescolanza e
rinascita, diventa piattaforma, palcoscenico, ovvero il suo contario. C’è
rinnovamento in questo? La politica, le possibilità materiali di migliorare le
condizioni di vita e la libertà spirituale di un gruppo di persone, traggono benificio
da questi cambiamenti d’orizzonte? E’ il consumo che genera l’oggetto, o l’oggetto
esiste di per se? Il populismo, l’antipolitica, in realtà sono fratelli buoni,
probabili nostri amici, tentativi alla deriva per arginare un deriva: il
restringimento pratico, ma appunto incompleta e già fallita, dell’estetizzazione
e al consumo fugace che ogni esperienza, politica, culturale e sociale deve
avere in un paese a sviluppato livello di americanizzazione, usando cari vecchi
termini, a capitalismo avanzato. C’è poco da scegliere e ogni valutazione
marxista e post-marxista sembra ora più che mai, di difficile usablità. Ogni
paragrafo deve essere definito, le dialettiche ripulite e messe di nuovo ben in
vista:  ogni avanguardia di partito oggi,
deve cambiarsi giacca e taglio di capelli, perché il loro corpo, il partito, è
già dilaniato da altri poteri che così, diventano sempre più grandi. E’ il
populismo  è forse uno dei loro modi per
essere ancora più pesanti.

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Trasmissione giovedì 8 novembre

Oscuroscrutare sarà in diretta su Fusoradio (www.fusoradio.net) giovedì 8 novembre dalle ore 21 e 30.
Il titolo della trasmissione sarà "Grillismo, partiti e nuove idee di partecipazione politica"; si parlerà del post V-day, della situazione attuale e della storia dei partiti, della nascita di nuovi (vecchi) partiti, di come si organizza la partecipazione politica in Italia.

La sede della web-radio è a Roma, Via Giorgio Pitacco 29 (zona Stazione Prenestina): la trasmissione vuole essere anche un momento di confronto e dibattito, con persone e associazioni attiviste, sui temi proposti. La forma è quella, dopo una parte introduttiva e di approfondimento, del "microfono aperto", al quale si può accedere direttamente per discutere con noi o con le persone in ascolto. L’ingresso è rigorosamente gratuito, così come la tessera per essere soci dell’Associazione di promozione sociale "FUSOLAB", di cui questa trasmissione è una delle espressioni.

Fino a giovedì 8 troverete aggiornamenti, approfondimenti, segnalazioni sull’argomento.

 

una piantina per individuare il FusoLab:
http://tuttocitta.libero.it/tcolnew/index_libero_lite.html#sez=1015&com=Roma%20(RM)&ind=Via%20Giorgio%20Pitacco&nc=9&qs=&vcc=&dts=&dte=&tms=&tme=&hm=&sdv=Roma&scl=70464&std=C&scm=Roma&ssg=RM&srg=Lazio&z=0.3&x=12.54774&y=41.893845&cv=1&pv=0&noc=2&be=0&ft=0&mmve=0

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Manifesto

Luigi, 26 anni, toro ascendente sagittario, dicono sia una contraddizione. Una laurea in legge con specializzazione in diritti umani, giusto per confermare che lo è.
Mi chiedevo "chi cazzo me lo fa fare?". Ora voglio chiederlo agli altri. Mi chiedevo "perchè così NON funziona?", ora voglio chiedere "perchè non funziona COSI’?".
Raccolgo e racconto domande, sono il punto interrogativo alla fine delle storie, non mi piace la parola FINE, sarà che da italiano mi hanno abituato a leggerne troppe su ogni vicenda?


Stefano, 24 età. A scanner darkly, un guardare riflesso, in tempi oscuri. Per cercare di far parlare i nuovi media, di fronte a problemi nuovi e vecchi, entrambi alla ricerca, sempre, di risposte. Perchè il web possa farci rinascere, rigenerarci, come giornalisti, speakers, pirati, utenti, ma non consumatori. Sono qui per dare un contributo al dibattito, per amplificare domande, per credere alla parola e provare a darle una possibilità. Un tentativo di cimentarsi nell’essere qualcosa di piu’: creare nuove dialettiche, per ritornare a combattere.


Perchè tutt’intorno a noi ci sono sguardi accesi, decisi, colori definiti, risposte sicure. Noi no.
Bisogna guardare una stanza al buio per vedere tutto.
Bisogna guardare il buio per vedere oltre i colori.
Non ci bastava uno sguardo, non volevamo i colori. Noi scrutiamo il buio che abbiamo intorno.


Fusoradio: radio no borders no nations, nessuna latitudine nessuna longitudine, nessuna preclusione, nessuna intolleranza e discriminazione, uno spazio libero senza censura che vuole rimanere incontaminato, che vuole essere un’ alternativa agli ormai saturati e inquinati canali di comunicazione tradizionali, aperta ed accessibile a tutti.

Sfruttiamolo, questo spazio libero e stimolante, per condividere esperienze di vita (artistica, quotidiana, politica, sociale) e non lasciare che il silenzio ci renda pezzi d’un ingranaggio facilmente rimpiazzabili. Per parlare, per capire, per ascoltare. Per non farci fagocitare dalla maschera di onnipotenza tecnologica del web.

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