Basterà un “BASTA”?

Dosta vuol dire basta nella lingua Romani, quella del popolo che abitualmente identifichiamo come zingaro. Dosta è anche una campagna di informa-azione, fatta cioè di educazione e di creazione di opportunità di sviluppo (e di lavoro) delle popolazioni nomadi, lanciata quasi due anni fa da Consiglio d’Europa ed Unione Europea contro le discriminazioni subite da questa popolazione. Le due Organizzazioni Internazionali hanno deciso, nel corso del 2006, di intervenire attivamente con una serie di progetti rivolti a quei Paesi dell’Europa dell’Est (Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Montenegro e Serbia) in cui più forte è la presenza dei nomadi, proprio allo scopo di facilitarne l’integrazione.
Nello stesso periodo, terribili fatti di cronaca nera hanno costituito nel nostro Paese la causa scatenante di una reazione statale incentrata sul ripristino della legalità.

Il 10 marzo 2008 il CERD, Comitato dell’ONU per l’Eliminazione di ogni forma di Discriminazione Razziale, esaminato il rapporto annuale del nostro Governo circa l’attuazione della normativa internazionale (obbligo assunto con la ratifica della Convenzione per l’Eliminazione di ogni forma di Discriminazione Razziale), ha indirizzato all’Italia una serie di osservazioni relative al modo in cui questa reazione statale ha inciso sulle condizioni di vita di molte persone sulla sola base della loro identità.

L’emergenza _ Il sonno della ragione genera mostri, scrive Goya su uno dei suoi “capricci”. Il sonno del decisore genera emergenze. L’emergenza sicurezza è solo una di queste.
Venerdì 27 aprile 2007 la 23enne Vanessa Russo viene aggredita e uccisa alla Stazione Termini con un ombrello da una ragazza romena, Doina Matei.
Martedì 30 ottobre 2007 la 47enne Giovanna Reggiani viene aggredita nei pressi della stazione di Tor di Quinto; seviziata da un romeno, Nicolae Romulus Mailat, morirà il 1 novembre in ospedale.

Processo all’effetto, processo ad effetto _ Si mette in moto la macchina statale, il Governo a novembre emana il Decreto Legge sulla Sicurezza (numero 181/2007).
Primo obiettivo, lo sgombero dei campi nomadi non autorizzati (Mailat viveva in una baracca in un insediamento abusivo condiviso proprio con i Rom).
I mezzi di informazione riferiscono l’opinione prevalente: “la gente non si sente sicura”.
Eppure i reati contro la persona sono in diminuzione: nel 2006 il tasso di omicidi è stato il più basso degli ultimi trent’anni (nello stesso periodo si sono contate più di 1 milione di violenze contro le donne, e il 70% degli stupri sono commessi dal partner) (Rapporto sulla criminalità del Ministero dell’Interno, 2006).
Il Decreto Legge tuttavia decade senza che si trovi l’accordo politico per la sua conversione in legge. I campi nomadi di ieri sono già stati sgombrati, altri ne sono nati. Ad alcuni abusivi sono stati offerti soldi per abbandonare l’Italia (per non ripetere il caso Sulejmanovic, in cui lo Stato fu costretto a pagare più di 100mila € per chiudere amichevolmente la controversia di fronte alla Corte Europea dei Diritti Umani, nata dall’espulsione di diversi nuclei familiari residenti nel campo del Casilino 700).
Questi fatti saranno oggetto dei rilievi del CERD.

Dosta
_ All’indirizzo www.dosta.org si possono verificare le attività concluse e i risultati concreti raggiunti nel frattempo nei Paesi dell’Est; i più curiosi possono anche scoprire se qualcuno dei propri beniamini sia di origine nomade (fa tutto parte del tentativo di favorire l’integrazione dei nomadi).
Dosta è un importante strumento di informazione ed educazione: gli zingari non sono nostri nemici, sono persone come noi, con gli stessi doveri e gli stessi diritti.
Allo stesso tempo, la campagna serve a creare opportunità di lavoro: si segnalano, su tutti, diversi progetti nel campo culturale (musica, cinema).

Basta?
_ Il 10 marzo vengono infine pubblicate le osservazioni conclusive del CERD. Il Comitato era stato pungolato da una coalizione di operatori: il Centro Europeo per i Diritti dei Rom (European Roma Rights Centre, ERRC), il Centro sui Diritti all’Abitare e contro gli Sgomberi (Centre for Housing Rights and Evictions, COHRE), OsservAzione e Sucar Drom. Si tratta di una serie di enti che nel corso degli anni, attraverso il loro impegno attivo, hanno guadagnato rispetto e fiducia a livello sopranazionale, fino a divenire una sorta di “inviati sul campo”.
L’intervento del CERD si apre con delle riflessioni sui molti casi di discorsi pieni di odio razziale da parte di politici, e sul ruolo dei mass media nello spargere tali messaggi contro i Rom, nonché “per i rapporti che riferiscono maltrattamenti verso i Rom (…) eseguiti da agenti delle forze di polizia durante i raid nei campi Rom (…) in seguito all’emanazione del decreto Decreto Legge 181/07 del novembre 2007”.

Vengono quindi indirizzate una serie di raccomandazioni all’Italia affinché, tra le altre cose, adotti misure contro le offese su basi razziali e i discorsi di incitamento all’odio, per prevenire l’uso illegale della forza da parte della polizia nei confronti dei Rom, per impedire la segregazione razziale nell’abitare. Si raccomanda che lo Stato membro agisca contro provvedimenti locali che negano la residenza ai Rom e contro la loro espulsione illegale, e si invita il Governo italiano a riconoscere quella dei Rom come una minoranza nazionale da proteggere.


Quale domani?
_ Le Osservazioni del CERD sono accolte nel quasi totale silenzio. La campagna elettorale ha visto la sicurezza sostituita dall’emergenza rifiuti.
Una cosa appare certa, fuori dal nostro Paese: i campi nomadi non dovrebbero esistere. Molti nomadi sono cittadini italiani, hanno identici diritti civili e politici rispetto a noi. E come noi, come tutti i cittadini di uno Stato democratico moderno, hanno DIRITTO ad una casa. 
 

LINK: 

Campagna DOSTA

Sito CERD
Sito Centro Studi Europeo sui Nomadi (ERRC)
Rapporto sulla Criminalità 2006 del Ministero dell’Interno
Testo Osservazioni del CERD in italiano

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