questo è un esperimento.
un dialogo via blog.
voglio fare una semplice domanda, prima di tutto al mio amico Mojo_Pin, che di questo spazio è co-autore, e in seconda battuta a chiunque passasse:
è GIUSTO che in Italia, data astrale aprile 2008, la maggioranza dei cittadini abbiano totalmente ignorato una questione per noi basilare come i trascorsi FASCISTI di un candidato sindaco?
ho letto analisi (sacrosante) sulle generali mancanze della sinistra verso la CLASSE SOCIALE a cui dovrebbe parlare – questa di Valerio Evangelisti, su tutte.
ho letto analisi che individuavano responsabilità personali: di Rutelli (e di chi l’ha candidato, di riflesso). Per esempio questa, di Massimo Giannini [a cui mi sento di far notare però che Zingaretti partiva da 48% contro 39%, mentre Rutelli da un 45% contro 40%…e quindi nel risultato finale si dovrebbe avere l’onestà intellettuale di leggere un’uguale sconfitta di entrambi, visto che Antoniozzi ha ottenuto un +10% ai ballottaggi e Zingaretti un misero +3%, proprio come il 3% in più ha ottenuto Rutelli].
noi per primi però abbiamo pensato che fosse importante tornare a unirsi intorno all’antifascismo.
lo abbiamo scritto, anche se in un "misero" volantino.
ho letto persino su un sito come Indymedia delle risposte preoccupanti, a mio modo di vedere: mi è stato risposto che Alemanno e Rutelli pari sono, per chi voglia fare politica dal basso, a sinistra. E’ successo qui.
ribadisco: siamo noi ad essere rimasti fuori dalla storia, unici fessi che credono nell’antifascismo come valore unificante e fondante la democrazia, oppure semplicemente basta lasciar passare 20 anni da un arresto e nascondere una croce celtica sotto la camicia per mostrarsi in pubblico, moderati e immacolati come dopo un lavaggio con la candeggina?
conclusione personale: Rutelli ha fallito, Veltroni ancor di più (come leader e candidando la minestra riscaldata). Ma hanno fallito pure i movimenti. Prima di tutto perchè non è bastata la presenza di Action all’interno della coalizione per convincere molti a fidarsi (anche solo scegliendo il "male minore" in sede di ballottaggio). In seconda battuta perchè il popolo ha dimostrato che bisogna ricostruire anche il concetto di antifascismo.
intanto ciao simone, benvenuto.
che dire? avete ragione tutti e due.
a me preoccupa che sia visto come anacronistico l’antifascismo, che invece è il mio primo valore. Dove per antifascismo intendo anche voler impedire che qualcuno possa FORZATAMENTE instillare delle idee fondate su dati sbagliati, comprandosi gli spazi da cui lanciare i messaggi. L’idea unica, la realtà interpretata da tutti gli “esperti” allo stesso modo E’ fascismo.
Rispondo alla domanda dicendo che No, non è giusto. Neppure Rutelli era uno di quei candidati che ti scaldano il cuore, lo so, ma non è la stessa cosa. Bene fare politica (di sinistra) dal basso: i due minuti nel vespasiano elettorale non corrispondono esattamente a un impegno responsabile, conta molto di più il resto, l’azione quoptidiana. Ma in questo caso, BISOGNAVA andare al seggio e votare e impedire l’elezione di Alemanno. NO, un ex(?) fascista non può fare il sindaco di Roma, a meno che non si abbia la certezza di una sua “conversione” democratica quasi miracolosa. E non è questo il caso. Molti non saranno preoccupati perché pensano che in fondo 15 anni di Berlusconi non hanno resuscitato il Regime. Io dico che è solo un regime diverso e non farsi riconoscere per tale è l’arma migliore che ha. Perciò non ci dovrebbe essere spazio per gli Alemanno. Che ha dichiarato che il 25 aprile è la liberazione da TUTTI i totalitarismi, compresi quelli di sinistra (che in Italia non ci sono mai stati). Che è stato salutato al momento del brindisi elettorale da una bella selva di saluti romani IN CAMPIDOGLIO! Che poi Rutelli fosse una scelta deprimente è logico, ma pensiamo davvero che ora sarà più facile, a Roma, fare politica dal basso? Ottenere qualcosa per i movimenti? Occupare una casa per chi non ha un tetto? Mi accorgo comunque che in parte sto divagando. Non bisognava permettere che Alemanno vincesse, ma se la domanda è sul suo “fascismo”, credio che certe cose siano negate dalla stessa legge dello Stato, dalla Costituzione. Basta però dire che non è vero niente, che non si è più fascisti, per sentirsi legittimati a governare… Questo significa che il cittadino ha abdicato al suo ruolo di custode ultimo della Costituzione (o pensiamo che il presidente della repubblica sia un essere infallibile e che possiamo delegare questo compito a lui?). Non a caso, la vogliono cambiare.
Il fascismo non è più un problema, viene percepito come una cosa lontana, passata, nostalgica. Quando ho sentito dire da una persona che stimo “Ben venga la chiusura della Casa del Jazz se illuminano l’Anagnina”, lì ho capito che si metteva male, perchè erano riusciti ad instillare nella testa delle persone tutta una serie di rapporti causa-effetto totalmente sballati.
Il conflitto di interessi è anche questo, usare le tv di B. per riversare fiumi di sangue e merda su Roma per due mesi, poi una volta che la gente è spaventata, il più è fatto. Basta aggiungere la scelta suicida della controparte, dove sarebbe bastato anche Zingaretti, anche un Gasbarra, e invece no.