Quinta puntata

di seguito le istruzioni per ascoltare il podcast della quinta puntata di OSCUROSCRUTARE, andata in onda ieri sera dalle 21.30 su Fusoradio.

1) andare sul sito www.fusoradio.net
2) sulla colonna sinistra, nel menù "LA RADIO", premere su PODCAST
3) data inizio trasmissione: 13/12/2007; WJ: TenderBranson
4) premere ASCOLTA
5) si aprirà una finestra (pop-up), il caricamento è molto rapido, tasto PLAY e buon divertimento (ma ci sarà poi da divertirsi?)

sono più che graditi commenti, critiche, segnalazioni…
nei prossimi giorni pubblicheremo articoli attinenti al tema della trasmissione (il precariato agli occhi dei precari)…

(giovedì prossimo non saremo in onda, ci sentiamo giovedì 27 dicembre…stesso titolo, perchè il tema dell’ultima puntata merita approfondimento)

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Quarta puntata

(scusandoci per la pigrizia nell’aggiornamento del blog, questa settimana)

di seguito le istruzioni per ascoltare il podcast della quarta puntata di OSCUROSCRUTARE, andata in onda giovedì scorso 29 novembre dalle 21.30 su Fusoradio.

1) andare sul sito www.fusoradio.net
2) sulla colonna sinistra, nel menù "LA RADIO", premere su PODCAST
3) data inizio trasmissione: 29/11/2007; WJ: TenderBranson
4) premere ASCOLTA
5) si aprirà una finestra (pop-up), il caricamento è molto rapido, tasto PLAY e buon divertimento (ma ci sarà poi da divertirsi?)

attenzione: i primi 5 minuti della trasmissione non si sentono per problemi tecnici, cercheremo di ovviare pubblicando nel prossimo post il contenuto. Se andate avanti nella registrazione, il resto è pressoché perfetto (salvo altri piccoli "buchi"). Ci scusiamo per l’inconveniente.

sono più che graditi commenti, critiche, segnalazioni…
nei prossimi giorni pubblicheremo articoli attinenti al tema della trasmissione (la questione-giustizia e il pacchetto sicurezza approvato giusto pochi giorni fa).

a breve degli aggiornamenti sul tema. 

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Quarta puntata

Oscuroscrutare sarà in diretta su Fusoradio (www.fusoradio.net) stasera, giovedì 29 novembre, dalle ore 21 e 30.
Il titolo della trasmissione sarà "pacco, doppio pacco e contropacchetto (sicurezza)"; si parlerà di sicurezza (e del pacchetto sicurezza in particolare), di giustizia e quindi anche di immigrazione (dato che ormai nessuno riesce a sopravvivere a questo dualismo, proviamo almeno a spiegarlo).

La sede della web-radio è a Roma, Via Giorgio Pitacco 29 (zona Stazione Prenestina): la trasmissione vuole essere anche un momento di confronto e dibattito, con persone e associazioni attiviste, sui temi proposti. La forma è quella, dopo una parte introduttiva e di approfondimento, del "microfono aperto", al quale si può accedere direttamente per discutere con noi o con le persone in ascolto. L’ingresso è rigorosamente gratuito, così come la tessera per essere soci dell’Associazione di promozione sociale "FUSOLAB", di cui questa trasmissione è una delle espressioni.

una piantina per individuare il FusoLab:
http://tuttocitta.libero.it/tcolnew/index_libero_lite.html#sez=1015&com=Roma%20(RM)&ind=Via%20Giorgio%20Pitacco&nc=9&qs=&vcc=&dts=&dte=&tms=&tme=&hm=&sdv=Roma&scl=70464&std=C&scm

 

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The wall

We don’t need no education

We don’t need no tough control


Andatelo a dire a quei 18 mila (su 35 mila totali) operai edili censiti ufficiosamente nel solo territorio del Comune di Roma, rigorosamente stranieri. Dite loro che non ci servono muri.
Nel 2006 i cittadini extracomunitari cui il decreto sui flussi attribuiva il diritto di ottenere il permesso di soggiorno sono stati 170mila. Altri 170mila sono stati ammessi dalle sole Romania e Bulgaria. Dall’inizio del 2007 non si sa quanti rumeni siano entrati nel nostro Paese, nessuno può più inserirli in nessun “flusso”, sono comunitari ora, sono “come noi”.
Nello stesso 2006 le espulsioni sono state 23mila (costano troppo, sapete…non abbiamo fondi…), esattamente la metà rispetto alle 45mila del 2002 (frutto della “morbidissima” legge Turco-Napolitano, Governo di centro-sinistra per chi non ricordasse/non sapesse), anno in cui però il decreto-flussi si fermava a 83mila permessi di soggiorno (circa un quarto del 2006).
Però abbiamo introdotto il FOGLIO DI VIA: lei è un clandestino, è fuorilegge, perciò ha 15 giorni di tempo per uscire da questo Paese, a sue spese perchè noi non c’abbiamo un euro: perciò pussa via, cattivone!
E infatti scappano tutti, all’istante, c’è la fila alla frontiera, hanno una paura…(c’è gente che fa la raccolta dei fogli di via, ormai, e altri fanno fatica a inventarsi un’identità diversa per ogni volta che vengono fermati). 

(voce fuori campo) La legge Bossi-Fini pone finalmente rimedio all’eccesso di tolleranza del Governo comunista

Si fa prima a costruire un muro dentro la testa delle persone, costa meno ed è più efficace. L‘intolleranza costa poco, pochissimo, e resiste meglio di qualsiasi mattone all’inondazione di dati, alla tempesta della realtà.
In totale la Caritas ritiene che in Italia vivano circa 3milioni500mila stranieri, di cui tra i 600 e gli 800mila irregolari (clandestini). Al 10 luglio 2005 i cittadini italiani residenti all’estero erano 3milioni 595mila: possibile? Più di 538mila cittadinanze acquisite da persone residenti in Sud America, tra il 1998 e il 2004: certo, basta dimostrare di discendere da un italiano (anche un bisnonno).
E per chi risiede in Italia? 10 anni di residenza continuativa e regolare, oppure, se nato in Italia, obbligo di fare richiesta dopo aver compiuto 18 anni e prima di compierne 19 (se la matematica non è un’opinione, sono ben 18 anni di residenza continuativa, oltre alla nascita – e a patto che il Paese di origine dei genitori non preveda l’obbligo di assunzione della loro stessa cittadinanza per i figli). 

(voce fuori campo) L’Italia non è in grado di dare ospitalità a tutti i disperati della Terra, che vedono nel nostro Paese un miraggio di benessere

Il 90% degli stranieri residenti svolgono i lavori cosiddetti “a basso reddito”, qui da noi. A prescindere dalla qualifica professionale. Nel 2006 hanno “rimesso” nel loro Paese d’origine 4,35miliardi di euro, al Nostro nel 2005 hanno pagato 1,87miliardi di euro di tasse, e nello stesso anno prodotto il 6,1% del PIL nazionale (rappresentando solo il 5% della popolazione). In cambio di quali diritti?
Nel 1978 i maggiori sindacati iniziarono una campagna a favore dei diritti dei lavoratori stranieri: non c’è però una base ideologica, quanto la semplice constatazione che il loro arrivo causava diminuzione dei salari DI TUTTI, e soprattutto diminuzione dei DIRITTI.
Lo stipendio LORDO medio di un lavoratore rumeno nel mese di agosto 2007 è stato di ben 320 euro (pari a 240 netti)*.


(voce fuori campo) Il lavoro nero è una piaga sociale

The Wall.
L’unica cosa di cui non abbiamo davvero bisogno è un muro. Non un’improbabile barriera davanti a Lampedusa che impedisca gli sbarchi, né tantomeno un muro nella nostra testa.Occorre tornare a riflettere sui numeri, ragionare di ECONOMIA, di BENESSERE SOCIALE, di LOTTA ALLA POVERTA’: rispettivamente CAUSA e RIMEDI di una tragica fuga di una metà del pianeta.Perchè stiamo impoverendo noi stessi e chi DECIDE di provare a sopravvivere (più che vivere) qui in Italia, dato che a casa sua non ci riesce.  

 

* Fonte: www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/6278/1/48/  

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Terza puntata

di seguito le istruzioni per ascoltare il podcast della terza puntata di OSCUROSCRUTARE, andata in onda ieri sera dalle 21.30 su Fusoradio.

1) andare sul sito www.fusoradio.net
2) sulla colonna sinistra, nel menù "LA RADIO", premere su PODCAST
3) data inizio trasmissione: 22/11/2007; WJ: TenderBranson
4) premere ASCOLTA
5) si aprirà una finestra (pop-up), il caricamento è molto rapido, tasto PLAY e buon divertimento (ma ci sarà poi da divertirsi?)

sono più che graditi commenti, critiche, segnalazioni…
nei prossimi giorni pubblicheremo articoli attinenti al tema della trasmissione (la migrazione, ieri oggi domani) e a quello della prossima (la questione giustizia – con ampi riferimenti all’immigrazione).

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Terza puntata

Oscuroscrutare sarà in diretta su Fusoradio (www.fusoradio.net) domani, giovedì 22 novembre, dalle ore 21 e 30.
Il titolo della trasmissione sarà "i migranti: ieri oggi domani"; si parlerà di immigrazione ed emigrazione, di economia, del perchè si scambi un bisogno per un danno, di cosa fare per sopravvivere alla propaganda razzista che ci opprime tutti i giorni, ma soprattutto si parlerà di NUMERI e FATTI.

La sede della web-radio è a Roma, Via Giorgio Pitacco 29 (zona Stazione Prenestina): la trasmissione vuole essere anche un momento di confronto e dibattito, con persone e associazioni attiviste, sui temi proposti. La forma è quella, dopo una parte introduttiva e di approfondimento, del "microfono aperto", al quale si può accedere direttamente per discutere con noi o con le persone in ascolto. L’ingresso è rigorosamente gratuito, così come la tessera per essere soci dell’Associazione di promozione sociale "FUSOLAB", di cui questa trasmissione è una delle espressioni.

una piantina per individuare il FusoLab:
http://tuttocitta.libero.it/tcolnew/index_libero_lite.html#sez=1015&com=Roma%20(RM)&ind=Via%20Giorgio%20Pitacco&nc=9&qs=&vcc=&dts=&dte=&tms=&tme=&hm=&sdv=Roma&scl=70464&std=C&scm

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Poliziotto spara su auto, muore UN RAGAZZO.

non è la prima volta che il titolo di una notizia d’agenzia si dimostra totalmente slegato dalla realtà (Ansa di domenica 11/11, ore 11:48: “Scontri in autogrill, muore 1 tifoso”). 

non è la prima volta che si registrano atti di teppismo in autogrill (e ad oggi sono DA VERIFICARE le effettive responsabilità soggettive). 

non è la prima volta che un poliziotto UCCIDE un cittadino (per chi se lo fosse dimenticato, si prega di fare un salto su http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it). 

non è la prima volta che davanti all’ennesima, diversa ricostruzione dei fatti il nostro vicino al bar chiosi su una vicenda in termini di “eh ma se non avessero fatto la rissa all’autogrill non sarebbe morto nessuno” (commento dell’italiano medio che la storia ci insegna essere intercambiabile: “eh ma se non foste andati a genova a fare i no global…” “eh ma se non foste andati allo stadio…” – e che presuppone un’unica certezza: non uscì de casa e fatte li cazzi tua. Mi si perdoni il francesismo.) 

non è la prima volta che ad una vicenda di cronaca nera seguono amabili salottini televisivi sul DISAGIO SOCIALE (a proposito: lo sniffare coca dalla mattina alla sera pur avendo conti in banca ben più panciuti dei nostri può essere definito “disagio sociale”?).  


è la prima volta che la VOMITEVOLE STRUMENTALIZZAZIONE di una morte fa comodo a tutti.
– La polizia, per prima, che per 9 ORE ci propina ricostruzioni offensive per un essere umano dotato di intelletto. Salvo fare marcia indietro su ordine delle alte sfere (per una volta ci viene donata una pillola di trasparenza nei rapporti col “potere”).
– Le televisioni, che gonfie di inutili schiere di opinionisti hanno pur sempre bisogno di nutrirsi della realtà, girando la loro ruota della fortuna fatta di “disagi sociali”, “mancanza di modelli”, “difficile rapporto genitori-figli” e fagocitando tutto, riconducendo a una delle suddette categorie.
– I tifosi, persino loro, quelli che gonfiano il petto quando qualcuno li chiama “ultras” come se esistesse davvero una categoria di questo tipo, e che hanno bisogno di un PRETESTO, perchè questa guerra non deve rimanere nella loro testa, ha bisogno di martiri, e Gabriele Sandri è perfetto perchè è inerme nell’automobile quando il poliziotto-boia (in senso letterale) colpisce diventando braccio (armato) dello Stato. Quello Stato che reprime, che ha paura di loro, e che nello stesso tempo non sa rassicurarli nella vita di tutti i giorni, avendo abolito ogni tipo di benessere (welfare). E che non merita niente. 

Una strumentalizzazione che ci costa una domenica di morte, poi di devastazione, alla fine di TERRORISMO; e un lunedì di “follie” usate a sproposito, di scale di valori ribaltate a mezzo stampa, di pistole che passano in secondo piano. 

Non va. Non è così che ragioniamo, NOI.
Basta categorie.
Basta leggi speciali.
Basta allarmi ed emergenze.
Basta strumentalizzazioni.
Che questa sia la prima volta che un ragazzo muore PER DARE UN MESSAGGIO. C’è un vuoto, pericolosissimo, nella gestione della società. Le curve non sono fatte di violenti, non tutti e non tutte. Le curve sono uno dei pochi luoghi di aggregazione rimasti. Oggi sono in mano ANCHE a persone sbagliate, per COLPA dello Stato. Persone che non hanno bisogno di altro che un martire, per continuare la loro opera di proselitismo, per attaccare caserme per la prima volta nella storia di questa Repubblica. Senza trovare resistenza, perchè lo Stato è lì che pensa a lasciar sfogare una rabbia, che ha solo il vestito di “rabbia da morte ingiusta”, ed è tutt’altro. E’ rabbia perchè qui non va, non funziona: è rabbia che ha bisogno solo di micce, le aspetta coi cerini accesi in mano, che invece gli si dovrebbero far consumare addosso. E’ rabbia che non dovrebbe trovare tifosi propri (i tifosi della rabbia). è rabbia che non aspetta altro che la prima mossa, lo stravolgimento della verità, lo “scontro tra tifosi, 1 morto” della domenica mattina. Non diamogliela, mai più.

Noi non lo abbiamo mai fatto, non lo facciamo oggi, non lo faremo domani.
Ciao Gabriele.
Pure se non ti conoscevamo, pure se tu dovessi aver preso parte a un’aggressione, non ci interessa. Che serva da punto di partenza, per tanti cambiamenti. Per ricominciare a usare la testa, tutti, e non le pistole e le molotov.

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Seconda puntata

di seguito le istruzioni per ascoltare il podcast della seconda puntata di OSCUROSCRUTARE, andata in onda ieri sera dalle 21.30 su Fusoradio.

1) andare sul sito www.fusoradio.net
2) sulla colonna sinistra, nel menù "LA RADIO", premere su PODCAST
3) data inizio trasmissione: 15/11/2007; WJ: TenderBranson
4) premere ASCOLTA
5) si aprirà una finestra (pop-up), il caricamento è molto rapido, tasto PLAY e buon divertimento (ma ci sarà poi da divertirsi?)

sono più che graditi commenti, critiche, segnalazioni…
nei prossimi giorni pubblicheremo articoli attinenti al tema della trasmissione e a quello della prossima (l’immigrazione, altra EMERGENZA vera o presunta).

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Puntata di QUESTA SERA

Oscuroscrutare sarà in diretta su Fusoradio (www.fusoradio.net) stasera, giovedì 15 novembre, dalle ore 21 e 30.
Il titolo della trasmissione sarà "DIETRO ai fatti di una domenica di follia"; si parlerà dell’omicidio di Gabriele Sandri, del clima in cui è stato perpetrato, delle strumentalizzazioni che stanno dietro a tutte le reazioni delle prime ore successive.

La sede della web-radio è a Roma, Via Giorgio Pitacco 29 (zona Stazione Prenestina): la trasmissione vuole essere anche un momento di confronto e dibattito, con persone e associazioni attiviste, sui temi proposti. La forma è quella, dopo una parte introduttiva e di approfondimento, del "microfono aperto", al quale si può accedere direttamente per discutere con noi o con le persone in ascolto. L’ingresso è rigorosamente gratuito, così come la tessera per essere soci dell’Associazione di promozione sociale "FUSOLAB", di cui questa trasmissione è una delle espressioni.

una piantina per individuare il FusoLab:
http://tuttocitta.libero.it/tcolnew/index_libero_lite.html#sez=1015&com=Roma%20(RM)&ind=Via%20Giorgio%20Pitacco&nc=9&qs=&vcc=&dts=&dte=&tms=&tme=&hm=&sdv=Roma&scl=70464&std=C&scm

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IN NOME DEL PARLAMENTO SOVRANO

Nel 1993, in piena epoca tangentopoli, gli italiani decisero di andare ad esprimere la propria opinione sulla legittimità di mantenere il finanziamento pubblico ai partiti.
Fu così abrogato quel meccanismo tanto caro alla Prima Repubblica.
 

Precisazione superflua: rimaneva in vigore il RIMBORSO delle SPESE ELETTORALI. Vedremo più avanti perchè è un particolare così importante. 

Ogni volta che andiamo a votare, stiamo esercitando la NOSTRA sovranità.
Chiunque venga eletto, sarà strumento del NOSTRO potere, governerà In nome del popolo sovrano.
Si chiama democrazia rappresentativa proprio per questo.

Quella che “firmiamo” con il voto non è però una delega in bianco. Esiste infatti uno strumento di controllo importantissimo, mediante cui di fatto possiamo “annullare” parzialmente quella delega, recedere da un contratto che diversamente potrebbe renderci schiavi: il REFERENDUM ABROGATIVO. 

Il Parlamento promulga le leggi per nostro conto e nel nostro interesse – pura teoria.
Talvolta non è esattamente così – talvolta…massì, si fa per dire.

Ecco allora il DIRITTO del SOVRANO – lo sottolineiamo ancora, il POPOLO SOVRANO: 
Articolo 75 della Costituzione: È indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.
Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.
Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.
La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.
La legge determina le modalità di attuazione del referendum”.  

Fin qui il diritto di inchiostro, carta e buona volontà.
Cos’è però nella realtà dei fatti un REFERENDUM? Come si FA?
 
Si presuppone che qualcuno trovi “non rispondente alla volontà generale del POPOLO” una legge. Anche una sola persona. Non una persona qualsiasi, perchè: 

[PRIMO STOP: con la legge di attuazione dell’articolo 75, cioè la legge 352/1970, e con numerose successive sentenze della Corte Costituzionale, sono stati introdotti diversi limiti rispetto all’oggetto del referendum abrogativo. Anche TUTTA una legge, ma NON TUTTE le leggi. Non più escluse solo quelle previste all’articolo 75, ma anche quelle con rilevanza costituzionale o con particolare valore. Non basta. Spesso una legge contiene disposizioni di tenore diversissimo, di modo che nei fatti è molto più frequente il ricorso al quesito con abrogazione parziale: in questo caso, il nostro “eroe” dovrà selezionare le parole dei singoli articoli della legge, eliminando le quali sia eliminato l’effetto, il senso non voluto di quell’atto. Giudicherà la Corte Costituzionale anche della chiarezza del quesito, senza possibilità di appello. Traduzione: materia messa nelle mani di insigni costituzionalisti, pena bocciatura della richiesta] 

Fatto questo, occorre raccogliere e FARE AUTENTICARE le 500MILA firme (minime) richieste. Operazione per la quale sono concessi dalla legge 352 ben 3 mesi di tempo. 

[SECONDO STOP: chi paga? chi lavora a quest’impresa? NON paga lo STATO (ma può pagare un Partito – sarà mica per questo che tanti associano la parola REFERENDUM al Partito Radicale?), NON LAVORA lo Stato] 

CI SIAMO ARRIVATI, ALLORA. Eccolo, il problema del RIMBORSO DELLE SPESE. 
Una sola legge, per fortuna, ci aiuta a capire. (Certo, una legge con tutte le successive modifiche). 

Nel 1999 il Parlamento promulgava la legge numero 157, intitolata “Nuove norme in materia di rimborso delle spese per consultazioni elettorali e referendarie e abrogazione delle disposizioni concernenti la contribuzione volontaria ai movimenti e partiti politici”.Tutta la disciplina che ci interessa è contenuta negli articoli 1 e 2, così come modificati da ultimo nel 2002.
Ne deriva il seguente impianto economico: 

SPESE ELETTORALI: consultazioni per il rinnovo di Camera, Senato, Consiglio Regionale e Parlamento Europeo sono tenute distinte, 4 SINGOLE VOTAZIONI.
Per ognuna di esse, ogni cittadino ISCRITTO ALLE LISTE ELETTORALI “vale” 1 EURO.
In totale, 4 EURO PER CITTADINO ISCRITTO (si badi bene, anche i non votanti).
50 milioni di iscritti significano 200 milioni di euro da ripartire.
In che modo, è presto detto. Un unico sbarramento, all’articolo 2 della legge: partecipano al riparto solo i partiti che abbiano raggiunto la soglia dell’1% dei voti espressi. Superato il limite, i 50 milioni che abbiamo ipotizzato vengono ripartiti in base alla percentuale di voti ricevuti. Si noti bene, per calcolare il rimborso si utilizza il dato delle iscrizioni alle liste elettorali, mentre la percentuale si riferisce ai voti REALMENTE ricevuti. Un partito che dovesse ottenere il 50% dei voti, non avrebbe DI CERTO ricevuto 25 milioni di voti. Ma riceve DI CERTO 25 milioni di euro.
Questo calcolo va effettuato PER OGNUNA DELLE 4 CONSULTAZIONI.
Non basta.
Con la modifica apportata dalla legge 156/2002 è stato previsto che il “rimborso” così calcolato vada concesso PER OGNI ANNO DI LEGISLATURA. Non 200 milioni di euro IN TOTALE, ma 200 MILIONI DI EURO ANNUI.
 

e se un “rimborso delle spese per consultazioni elettorali” non viene fatto più dipendere EFFETTIVAMENTE dal fatto che un’elezione ci sia, si può ancora correttamente chiamare così?

Nel 1993 gli italiani hanno votato per l’ABROGAZIONE del FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI.
Punto. 

SPESE REFERENDARIE: ancora la legge 157 del 1999 (con le successive modifiche) prevede che in caso di referendum abrogativo (ammesso dalla Corte Costituzionale, e per il quale siano state regolarmente raccolte almeno 500mila firme valide) sarà attribuito al comitato promotore un rimborso di 1 EURO PER OGNI FIRMA VALIDA (e non per il numero di cittadini iscritti nelle liste elettorali), purchè sia RAGGIUNTO IL QUORUM DI VALIDITA’ del referendum, e CON UN LIMITE MASSIMO DI 5 MILIONI DI EURO.
Per capirci: affinchè questo RIMBORSO (questo sì che è un rimborso!) sia concesso, occorrera che il 50% più uno degli iscritti alle liste elettorali votino il referendum. In questo caso, e solo in questo caso, ai promotori sarà attribuita una somma dipendente dal numero di firme raccolte, e non di voti favorevoli ottenuti.
Per raggiungere i 5 milioni di euro, occorrerà raccogliere 5 MILIONI DI FIRME IN TRE MESI (!!!!!!).
 

Conclusione: NON IN NOME DEL POPOLO SOVRANO si governa, MA IN NOME DEL PARLAMENTO SOVRANO.  Il referendum abrogativo, oggi, non ci va.


Quello che si è cercato di spiegare è un meccanismo che contrasta col diritto alla PARTECIPAZIONE ATTIVA alla politica e alla democrazia. Qualcosa si può fare, subito. 
La prossima domenica, 18 novembre, la Valle d’Aosta vota il PRIMO REFERENDUM PROPOSITIVO DELLA STORIA della nostra Repubblica.
Che non risolverà i problemi di “rimborsi” e di “spese della democrazia”, certo, ma che può eliminarne uno ben più grande: il POPOLO non delega più il potere legislativo, non è più COSTRETTO a vigilare sul modo in cui quella delega viene esercitata.
IL POPOLO DIVENTA LEGISLATORE: dopo un’iniziativa di legge popolare (dello stesso tipo di quella scelta da Beppe Grillo, per intenderci), si assume anche il compito di decidere se quel testo debba diventare legge, baipassando il Governo locale.
Invitiamo i valdostani ad andare a votare, sperando che un grande successo possa “costringere” altri amministratori locali a seguire la stessa strada, lasciando che sia il POPOLO a scegliere SE delegare ad altri il potere di scrivere una legge.    

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