Venticinquesima puntata: Roma e i Barbari…millecinquecento anni dopo

Questa sera a partire dalle 21.30 su www.fusoradio.net andrà in onda una lezione di storia.
Perchè qualche volta si torna allo stesso punto in cui si era, e si commettono errori identici, o non ci si rende conto di come la soluzione sia a portata di libro. Per riflettere sul "problema immigrazione".

Alessandro Barbero, autore della lezione, insegna Storia medievale all’Università del Piemonte Orientale.

Cittadini e barbari: Roma multietnica
Dominatori, potenti, privilegiati: hanno vita facile i cittadini, nell’impero romano. Mentre gli indigeni delle province conquistate vivono in uno stato di subalternità politica e giuridica, chi può vantare la cittadinanza dispone di immunità e privilegi molto concreti. Come san Paolo, quando viene arrestato. Gli basta dire al centurione di essere cittadino romano, e per di più di esserlo dalla nascita, che subito viene rimesso in libertà con tante scuse, e all’ufficiale non resta che commentare tra i denti quanti soldi la cittadinanza era invece costata a lui. Perché cives lo si è per diritto di sangue, ma lo si può anche diventare: Roma ha capito in fretta che le conviene cooptare nell’impero le élites locali del potere, senza stare a distinguere tra prìncipi mauri dalla pelle nera o ricchi ebrei dell’Asia Minore. Senza dimenticare che chiunque si arruola nei reparti ausiliari dell’esercito, che sia un provinciale o addirittura un barbaro, riceve la cittadinanza per premio. È la politica della mescolanza, che trasforma l’impero in un immenso melting-pot: gente di tutte le lingue e i colori si amalgama in un unico corpo politico e un’unica cultura. La differenza, tra romani e non, diventa così anacronistica che, nel 212 d.C., Caracalla concede la cittadinanza a tutti. È la prima sanatoria della storia. Non aveva tenuto in conto, non poteva saperlo, cosa sarebbe accaduto dopo.

Tratto da www.laterza.it, il Podcast è stato registrato il 30 settembre 2007 a Roma.

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