La Roma che (non) cambia: Alemanno, Vaticano ed il riflusso ideologico delle destre.

Nei giorni in cui parte della cittadinanza romana rimane colpita dal mancato patrocinio del comune di Roma al Gay Pride del 13 giugno (mostrando tutta l’arretratezza culturale ed il doppio-giochismo, già visto durante i fatti del Pigneto, del neo-sindaco Gianni Alemanno), passa invece sotto silenzio mediatico una manifestazione accademica, dal titolo Allargare gli orizzonti della razionalità. Prospettive per la filosofia,  che mostra con forza le posizioni ideologiche e la nettezza intellettuale con la quale la “Nuova Destra” vuole ricondurre Roma a riconoscersi culturalmente nell’ ortodossia cattolica, in assoluta discontinuità con i paesi europei maggiormente ricchi, che fanno più figli, che contano di più nel mondo odierno, pigiando con forza il pedale del freno del vagone della crescita culturale e sociale della città.

L’evento

Il convegno, patrocinato dal comune di Roma (che metterà a disposizione la Sala della Protomoteca, simbolo della laicità del potere comunale romano, per workshop e dibattiti), sarà introdotto dal cardinal Ruini ed il sindaco Alemanno e si concluderà con un intervento di Benedetto XVI: ma la forte incidenza del pensiero cattolico sul convegno (non del “pensiero religioso” positivamente valutato da J. Habermas, autore assai citato dal Santo Padre), si evince anche solo dalle aree di lavoro delineate dall’organizzazione, che vede al centro la FILOSOFIA, di cui le altre discipline (Scienza, Religione, Antropologia e Sociologia) sono submissae, ancillae .

L’ideologia

L’evento si inserisce nella politica ideologica della chiesa cattolica odierna (di cui l’esponente intellettuale di punta èproprio il pontefice in carica), convinta di aver riconquistato un’ egemonia culturale persa nel secolo scorso soprattutto a discapito del MARXISMO (oggi assai in crisi soprattutto per la fine dell’esperienza comunista in Russia) e delle teorie scientifiche di derivazioneILLUMINISTA (pensiero liberale e pensiero socialista) oggi  preoccupate dalla crisi improvvise dei mercati e della società globale (che mettono in crisi il pensiero liberale) e dalla crisi strutturale dello stato sociale (che lasciano in Europa solo alla Spagna di Zapatero  la possibilità di essere paladina di un’esperienza socialista).
Lo scopo è dunque quello di “riprendere il cammino”: la cocciutaggine ortodossa e irrazionalista del pensiero cattolico (simile, se andiamo a stringere, al dogmatismo talebano assai criticato in Occidente) viene “mitigata” e rivestita di un’ottica razionalista e progressista  che convince molti degli indecisi, dei preoccupati e dei conservatori che hanno vissuto in modo travagliato l’esperienza contraddittoria, ma ricca di frutti, del pensiero post-moderno e della critica al potere ed all’ideologia autoritaria (ovvero quel pensiero maturato nelle esperienze del ‘68 tanto odiato da Sarkozy e dal sindaco di Roma, per non citare il Santo Padre).

Le conseguenze poco visibili del convegno

La deriva autoritaria e centralizzante della destra ideologica che molto poggia sull’autorità storica ed economica di Madre Chiesa ha oggi conseguenze su più piani. Su quello della cultura alta ed accademica, si assiste  in parte ad un rilfusso verso  posizioni di gerarchizzazione delle categorie del pensiero e della pratica scientifica, che annichiliscono sul lungo periodo la pluralità culturale e i valori universali della persona nel profondo del loro essere, facendo ripartire una spinta alla “conversione  cattolica” poggiante sulla destra politica: questo fa si che gli attivisti del pensiero militante di sinistra inizino a scontrarsi duramente con l’alzata di scudi della destra (con violenza, abbiamo visto alla Sapienza). Ed appunto sul versante del vivere quotidiano, il piano della “micropolitica”, il legame di questa stretta autoritaria con la reale, non religiosa, dinamica sociale di impoverimento e precarizzazione quotidiana, arriva a sdoganare le forze della destra razzista e xenofoba (che si sente, a ragione secondo i loro valori, in diritto di agire per la sicurezza della loro razza e della loro cultura).
Sul piano della “macropolitica” il ritorno ad un egemonia ecclesiastica nel pensiero politico preoccupa molte persone: la chiesa non è riuscita mai, dalla nascita della società di massa, a contenere le forze totalitarie e assassine (guerre mondiali, esperienze totalitarie, soprattutto fascismo, nazismo e totalitarismo sovietico), benché essa sia sopravvissuta ad ognuna di queste fasi, rappresentando oggi un potere secolare ed universale che vive di nuova forza e nuova vitalità economica. Novelli Giordano Bruno si inizino a preoccupare: per gli outsiders sono tempi assai duri.

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