Solo qualche questione a caldo.
Problemi evidenti di cui non riesco a trovare le motivazioni
profonde, se non pensando a brutti venti di “localismo”
territoriale che fanno venire in mente conflitti razziali, scontri
tra culture, più che class clash:
-
La Lega, alleanze nazionali
oltranziste, la sinistra (ex-istituzionale), gruppi
marxisti-leninisti, fascisti incalliti, qualche socialista: perchè
sono loro che si rallegrano delle sconfitte dell’idea di mercato
europeo, di circolazione interna di beni e merci, di uno stato
sociale europeo (con vocazione lieve al sociale ancora – maggiore
che in alcuni stati nazionali però, come l’Italia)? Quale
futuro politico per i “territori” (economici, politici, sociali,
culturali): non li vuole governare nessun’altro che i fascisti e i
leghisti, o peggio il Partito Democratico? Vi ricordate le “Unioni
Sacre” prima della Grande Guerra? Non voglio certo la “FORTEZZA
EUROPA”, sia ben chiaro, anzi. Ma questo rallentamento “nazionale”
di un processo di fusione almeno di mercato – già di per se
assai difficile e lento, benchè non sancito dalle spinte
della lotta di classe – ma imposto dalle elites dirigenti europee, a
forte vocazione, come ci si poteva aspettare, liberista. -
L’Europa – come idea, ma anche
come mercato dinamico,
ovvero di spostamento fisico oltre confini nazionali di mano
d’opera, saperi, culture, capitali insomma – non arriva a chi
non viaggia all’estero, a chi fa l’Erasmus, a chi ha fatto o fa un
lavoro di “fascia alta”, a chi non conosce una lingua o più,
a chi non guarda oltre il proprio sacrosanto e legittimo “orto”.
Cosa ne penso io? Io che guardo al mondo (solo perchè ho un
capitale culturale – un’istruzione di alto livello?). -
Quale futuro per
l’internazionalismo di sinistra, dei comunisti, dei socialisti? E’
la European Left?